lunedì 5 febbraio 2007

In morte dell'oco D. Tourno

I blog sono come le case editrici: se ne aprono dieci al giorno, se ne chiudono altrettante. Il fatto è che la natura stessa del blog impone un aggiornamento continuo per sopravvivere. Spesso si apre un blog così, di getto, si fanno mille progetti pensando di avere la forza - e il tempo, soprattutto -per portarli avanti tutti, ma ci si sbaglia. Avevo aperto un blog un po' particolare, mi viene da dire complicato, seppur nella sua apparente stupidità. E non ho tempo e fantasia a sufficienza per continuare a scrivervi. Non mi piacciono le cose piantate a metà, sono un tipo che o conclude qualcosa di buono oppure niente, si ritira, (e il più delle volte, mio malgrado, mi ritiro) quindi ho chiuso il blog dell'Oco D. Tourno. Un amico mi ha detto che non lo capiva, altri mi hanno semplicemente infamato dopo averlo letto per metà. L'idea da cui era partito era buona, lo credo tuttora. Un'idea per niente nuova, ma che richiedeva tempo per essere sviluppata, e io di tempo non ne ho. Troppi esami. Non che mi dispiaccia studiare, anzi, è dallo studio che nascono i migliori stimoli (a volte anche diuretici), ma spesso ti ritrovi prosciugato dallo studio: sei lì, tutto il giorno sui libri, e basta, devi dire di no a tutto quanto, altrimenti non vai avanti, non riesci a studiare tutto. Bella questa frase. Chi studia in università la sente dire spesso, e sa cosa significa. E' una frase che tutti dicono, prima o poi, e tutti capiscono al volo, nonostante presa così com'è sia paradossale.
Ma basta manfrine. Col blog dell'Oco è andata così e basta. Rimane questo che leggete, che era nato "in parallelo" all'altro e ne ha preso il posto, così come una giovane riserva troppo brava manda in panchina il titolare. Giusto così, dopotutto. "Largo ai giovani!", direbbe mia nonna.

rb

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Noooooo...

Anonimo ha detto...

Bella rob