Avete mai incontrato una di quelle persone che, quando vi siedono a fianco su un treno, stanno tutto il viaggio voltati verso di voi a fissare i vostri movimenti? oppure che, quando in vostra compagnia, mentre fate gli affari vostri, rimangono lì accanto e vi osservano, magari mentre scrivete un messaggio al cellulare, al punto che vi viente voglia di alzare la testa da quel che stavate facendo e suggerire all'interessato di interessarsi di qualcos'altro? Io, di tali persone, ne conosco solo un paio, e tale quantità mi basta e avanza. Non che siano cattivi o che, anzi alcuni sanno essere simpatici e, quando serve, buoni amici; tuttavia quando si mettono a scrutarti danno un poco fastidio. Il loro atteggiamento è dovuto, secondo me, ai rimasugli di quella curiosità infantile che - mi sento di dire purtroppo - abbandona la persona comune più o meno dall'adolescenza. Negli esemplari in questione, invece, tale curiosità è rimasta invariata rispetto a quella di quando avevano due anni. Pensate a un piccoletto di tale età: qualsiasi cosa facciate, il piccolo se ne rimane estasiato a guardarvi, spesso con la bocca aperta e un rivolo di bava che scende dal labbro, finché non smettete; a quel punto l'esserino si agita un istante, emette un gridolino soddisfatto, e tenta di imitarvi come può. D'altronde dicono che la mente dei piccoli di quell'età sia come una spugna, che assorba tutto quanto gli succede intorno...
Ma sto perdendo il filo del discorso. Dicevo di quelle persone cosiddette osservatrici, o meglio ancora scrutatrici. Ecco, immaginate quanto un atteggiamento del genere - che risulta fastidioso in treno, per fare un esempio che accade spesso - possa essere a dir poco angosciante nello spogliatoio di una piscina, quando siete ignudi come mamma vi ha fatto, o coperti solo da un costume striminzito. Ebbene, stasera in piscina mi è capitato di avere a che fare con un essere del genere. L'esemplare ha sui trentadue anni, calvo, magro ma con un poco di ciccia sui fianchi, con un pizzetto nero e un paio di occhiali dalla montatura scura, e dalle lenti probabilmente di una diottria più potenti di quanto gli sia stato prescritto, in modo da vedere meglio l'oggetto del suo interesse. Ha il volto un poco deturpato dall'acne giovanile e, da quanto ho capito origliando i discorsi che faceva con un amico, si chiama Ivan. Tale essere ha iniziato ad osservare me e gli altri bagnanti dal momento in cui è uscito dalla doccia al momento in cui è uscito dalla porta. Se ne stava seduto sulla panca e si asciugava una gamba, poi l'altra, poi un orecchio, poi il collo, e nel frattempo ci scrutava, studiava, esaminava. Un signore sui cinquanta, a un certo punto, gli si è piazzato involontariamente davanti nudo e crudo, a modo che Ivan aveva gli occhi giusto giusto all'altezza di quel funghetto sottolio che il signore teneva tra le gambe; questi si asciugava innocentemente i capelli e non si rendeva conto che il personaggio che gli stava davanti gli stava già contando i peli pubici per la seconda volta, a mo' di verifica. Io mi ero messo un po' trafilato in un angolino, in parte a una gamba finta appoggiata al muro. Mi ha fatto prendere un colpo la prima volta che l'ho vista. Tantopiù che appena più in alto, appesa al muro, stava la scritta "Gli oggetti lasciati a lungo nello spogliatoio verranno requisiti dalla Direzione" e mi è venuto il dubbio se il proprietario di tale gamba fosse in piscina a nuotare o se magari la Direzione, per una svista, avesse requisito il resto del corpo del proprietario, una volta che si era un attimo attardato sotto l'asciugacapelli...
Ma sto di nuovo parlando d'altro. Sarà che sono stanco, o sarà che il pensiero di questo calvo essere scrutatore nello spogliatoio mi mette i brividi. Meglio lasciar perdere. Certo che imbastire un discorso tanto complicato per poi non parlare di quello che si voleva è un po' uno spreco, a dire il vero. Ma in fin dei conti, a volte è anche bello parlare di tutto e di niente, iniziare un discorso per finirne un altro, dimenticare di cosa si stava parlando. Rispecchia un po' la vita stessa, a pensarci: fatta di storie che vanno e che vengono, di avventure iniziate qui e finite chissà dove, di lavori che ti portano dove non te l'aspetti, di persone che incontri, ti segnano e se ne vanno... In fin dei conti lo diceva pure Freud, che ogni lapsus che facciamo ha un significato ben preciso... Ma ecco, appunto: di cosa stavamo parlando?
p.s. domani andrò a chiedere a una prof se mi vuol fare da relatrice per la tesi. Fatemi un in bocca al lupo...
Ma sto perdendo il filo del discorso. Dicevo di quelle persone cosiddette osservatrici, o meglio ancora scrutatrici. Ecco, immaginate quanto un atteggiamento del genere - che risulta fastidioso in treno, per fare un esempio che accade spesso - possa essere a dir poco angosciante nello spogliatoio di una piscina, quando siete ignudi come mamma vi ha fatto, o coperti solo da un costume striminzito. Ebbene, stasera in piscina mi è capitato di avere a che fare con un essere del genere. L'esemplare ha sui trentadue anni, calvo, magro ma con un poco di ciccia sui fianchi, con un pizzetto nero e un paio di occhiali dalla montatura scura, e dalle lenti probabilmente di una diottria più potenti di quanto gli sia stato prescritto, in modo da vedere meglio l'oggetto del suo interesse. Ha il volto un poco deturpato dall'acne giovanile e, da quanto ho capito origliando i discorsi che faceva con un amico, si chiama Ivan. Tale essere ha iniziato ad osservare me e gli altri bagnanti dal momento in cui è uscito dalla doccia al momento in cui è uscito dalla porta. Se ne stava seduto sulla panca e si asciugava una gamba, poi l'altra, poi un orecchio, poi il collo, e nel frattempo ci scrutava, studiava, esaminava. Un signore sui cinquanta, a un certo punto, gli si è piazzato involontariamente davanti nudo e crudo, a modo che Ivan aveva gli occhi giusto giusto all'altezza di quel funghetto sottolio che il signore teneva tra le gambe; questi si asciugava innocentemente i capelli e non si rendeva conto che il personaggio che gli stava davanti gli stava già contando i peli pubici per la seconda volta, a mo' di verifica. Io mi ero messo un po' trafilato in un angolino, in parte a una gamba finta appoggiata al muro. Mi ha fatto prendere un colpo la prima volta che l'ho vista. Tantopiù che appena più in alto, appesa al muro, stava la scritta "Gli oggetti lasciati a lungo nello spogliatoio verranno requisiti dalla Direzione" e mi è venuto il dubbio se il proprietario di tale gamba fosse in piscina a nuotare o se magari la Direzione, per una svista, avesse requisito il resto del corpo del proprietario, una volta che si era un attimo attardato sotto l'asciugacapelli...
Ma sto di nuovo parlando d'altro. Sarà che sono stanco, o sarà che il pensiero di questo calvo essere scrutatore nello spogliatoio mi mette i brividi. Meglio lasciar perdere. Certo che imbastire un discorso tanto complicato per poi non parlare di quello che si voleva è un po' uno spreco, a dire il vero. Ma in fin dei conti, a volte è anche bello parlare di tutto e di niente, iniziare un discorso per finirne un altro, dimenticare di cosa si stava parlando. Rispecchia un po' la vita stessa, a pensarci: fatta di storie che vanno e che vengono, di avventure iniziate qui e finite chissà dove, di lavori che ti portano dove non te l'aspetti, di persone che incontri, ti segnano e se ne vanno... In fin dei conti lo diceva pure Freud, che ogni lapsus che facciamo ha un significato ben preciso... Ma ecco, appunto: di cosa stavamo parlando?
p.s. domani andrò a chiedere a una prof se mi vuol fare da relatrice per la tesi. Fatemi un in bocca al lupo...
6 commenti:
Mi fischiavano le orecchie stamattina, poi ho visto il tuo post e ho capito. Beh, io non sono come Ivan, più che scrutatrice sono origliatrice... Ebbene sì, Freud a parte mi piace sentire gli altri che parlano. Si capisce un sacco di roba della gente sai? Non origlio per farmi i cavoli degli altri o per aver materiale di spettegolo su gente che non conosco, ma per curiosità. Mi interessano le realtà degli altri: che lavoro fanno, se sono stressati o no, se hanno figli, dove vivono. Mi piace creare paragoni di confronto tra me, la mia famiglia e gli sconosciuti. Dai gesti, dai vestiti e dalle espressioni queste cose non si capiscono.
Diglielo a Ivan: origliare è meglio che scrutare!!! E poi è molto molto più discreto...
Ma io mica parlavo di te...
A occhio o croce, dalle tue descrizioni, lo spogliatoio maschile è molto più ricco di casi umani di quello femminile, che in confronto, ammettiamolo, è un po' sbiadito. Lì ci si limita a doccia, un po' di crema idratante e via. Che banali! Ma ciò che realmente interessa il tuo pubblico è: come va il nuoto? Restiamo in ansiosa attesa
Monica
Avevo scritto un messaggio lunghissimo e nello scegliere un' ALTRA identità mi si è cancellato tutto. Perciò qsto mess è al servizio dell'incolumità delle vostre parole:
NN SCEGLIETE MAI UN' ALTRA IDENTITA', PIUTTOSTO RIMANETE ANONIMI.
Se mi viene voglia di riscriverlo lo farò, ora il dolore è troppo forte!!!
Roby ci manchi su Delirantosi!! Sappilo!!
Bacio,
FA.
essendo io pendolare da ben 8 anni questi personaggi mi sono capitati spesso... di solito li ignoro finché la loro attenzione è attratta da qualcos'altro, ma a volte, infastidita fino all'esasperazione, ho provato a ricambiare lo sguardo con aria incattivita. risultato? loro rimanevano lì a fissarmi ancora con la medesima aria stupefatta, e io dopo non molto abbassavo lo sguardo perchè incapace di sostenere la tensione. quindi mi chiedo: perchè queste persone ci mettono in tale stato di imbarazzo? mah...
e a proposito di mah... à robè ci hai lasciati senza guida spirituale!! che ne è stato del grande boh e del mah,sia?? stai mettendo a prova la nostra fede con la tua assenza?
giò
Ho realizzato solo adesso che il J.Kapla J. poeta era lo stesso della discussione Benvenuto Benve che poi è il Mah,sia :)
E' VERO...PERCHE' SEI SPARITO?
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