Come avrete già notato se siete fan accaniti di questo blog, di questi tempi non ho mai niente di particolare da raccontare. Mi limito a metter giù una frase dopo l’altra, fingo di sviluppare un argomento piuttosto che un altro, ma in realtà vendo aria fritta. Che volete, qui non succede mai niente. Non ho una vita interessante, potrei dire, ma è una scusa che regge poco, e non perché non sia vero, ma perché non dovrebbe a conti fatti essere un limite. La differenza tra il bravo scrittore e lo scrittore negato dovrebbe essere proprio questa: il primo sa raccontare un fatto banale come se fosse un evento straordinario; il secondo… beh, meglio leggere la lista della spesa di tua moglie...
Il Bravo Scrittore può stare cinque pagine a descriverti un vecchio sdentato che succhia una minestra di cavoli, cucchiaio dopo cucchiaio, e tu leggi fino alla fine senza annoiarti un istante, anzi arrivi alla fine che ti pare quasi di averla assaggiata, quella minestra di cavoli, ne senti il sapore in bocca: il salato sulla lingua, il dolciamaro sul palato… Se lo scrittore è veramente dotato, capace che mezz'ora dopo ti viene pure il mal di pancia.
Di tali scrittori ne trovi pochi in libreria, figurati in rete. E quando per caso lo trovi, la metà delle volte sei così pigro da dimenticare di segnarti il nome, o di salvarlo nei preferiti, e finisce che quando due mesi dopo così per caso ti ritorna in mente, scopri che il signor Bravo Scrittore ha deciso di non scrivere più per mancanza di lettori (leggi: soddisfazioni).
Il Cattivo Scrittore - che non è necessariamente uno scrittore cattivo - ha un altro genere di dono. Scrittore molto prolisso, si ritiene esperto in ogni stile letterario. Ha un talento universale, che gli consente di spaziare dallo sketch comico al Bildungsroman senza problemi. Può scrivere un racconto dell’orrore con la stessa facilità con cui verseggia d’amore, e pur senza esserci mai stato, può descrivere un paesaggio delle Alpi trentine con tale realismo che ti sembrerà, leggendo, di respirare aria fresca e profumo di muschio.
O almeno, così crede lui.
Il Cattivo Scrittore è, infatti, un personaggio molto sicuro di sé, al punto da non aver bisogno né di consigli né di opinioni. Non si espone mai, e con la scusa che "la profondità del suo lavoro non può essere capita dalla gente comune" non fa leggere mai niente a nessuno. In realtà, teme sempre che qualcuno gli faccia notare l’amara verità: è un cesso. Qualsiasi cosa mette per iscritto risulta più noiosa di un mutuo trentennale. Fallisce persino con i biglietti d’auguri per le feste. Scritti da lui, anche i moduli per le raccomandate e gli assegno bancari assumono una particolare nota tediosa.
Lo stoicismo dei Cattivi Scrittori è comunque encomiabile, sono loro quelli che non si arrendono mai, che continuano a sperare nel successo fino alla tomba. Da gente come loro c'è molto da imparare.
Tra il Bravo e il Cattivo Scrittore viaggia quella comitiva di Mediocri di cui il sottoscritto è membro più o meno fedele e più o meno soddisfatto. Sappiamo di non eccellere e ci sforziamo di imparare, ognuno a modo suo. Ci sosteniamo l'un l'altro più di quanto Bravi o Cattivi facciano, e in questo abbiamo senz'altro qualcosa da insegnare. A volte abbiamo sprazzi di creatività notevoli, che ci fanno credere di potere un giorno uscire dalla mediocrità: ci sentiamo per un attimo speciali, sentiamo di avere qualcosa in più, ci convinciamo che sia finalmente giunto il nostro momento... Ma presto ci accorgiamo che è anche questo un sentimento comune, che capita a tutti, ogni tanto, e torniamo ad essere i soliti mediocri, più o meno fedeli, più o meno soddisfatti.
C'è bisogno anche di noi, in fin dei conti, perché i buoni scrittori possano essere tali.
E beati loro...
Il Bravo Scrittore può stare cinque pagine a descriverti un vecchio sdentato che succhia una minestra di cavoli, cucchiaio dopo cucchiaio, e tu leggi fino alla fine senza annoiarti un istante, anzi arrivi alla fine che ti pare quasi di averla assaggiata, quella minestra di cavoli, ne senti il sapore in bocca: il salato sulla lingua, il dolciamaro sul palato… Se lo scrittore è veramente dotato, capace che mezz'ora dopo ti viene pure il mal di pancia.
Di tali scrittori ne trovi pochi in libreria, figurati in rete. E quando per caso lo trovi, la metà delle volte sei così pigro da dimenticare di segnarti il nome, o di salvarlo nei preferiti, e finisce che quando due mesi dopo così per caso ti ritorna in mente, scopri che il signor Bravo Scrittore ha deciso di non scrivere più per mancanza di lettori (leggi: soddisfazioni).
Il Cattivo Scrittore - che non è necessariamente uno scrittore cattivo - ha un altro genere di dono. Scrittore molto prolisso, si ritiene esperto in ogni stile letterario. Ha un talento universale, che gli consente di spaziare dallo sketch comico al Bildungsroman senza problemi. Può scrivere un racconto dell’orrore con la stessa facilità con cui verseggia d’amore, e pur senza esserci mai stato, può descrivere un paesaggio delle Alpi trentine con tale realismo che ti sembrerà, leggendo, di respirare aria fresca e profumo di muschio.
O almeno, così crede lui.
Il Cattivo Scrittore è, infatti, un personaggio molto sicuro di sé, al punto da non aver bisogno né di consigli né di opinioni. Non si espone mai, e con la scusa che "la profondità del suo lavoro non può essere capita dalla gente comune" non fa leggere mai niente a nessuno. In realtà, teme sempre che qualcuno gli faccia notare l’amara verità: è un cesso. Qualsiasi cosa mette per iscritto risulta più noiosa di un mutuo trentennale. Fallisce persino con i biglietti d’auguri per le feste. Scritti da lui, anche i moduli per le raccomandate e gli assegno bancari assumono una particolare nota tediosa.
Lo stoicismo dei Cattivi Scrittori è comunque encomiabile, sono loro quelli che non si arrendono mai, che continuano a sperare nel successo fino alla tomba. Da gente come loro c'è molto da imparare.
Tra il Bravo e il Cattivo Scrittore viaggia quella comitiva di Mediocri di cui il sottoscritto è membro più o meno fedele e più o meno soddisfatto. Sappiamo di non eccellere e ci sforziamo di imparare, ognuno a modo suo. Ci sosteniamo l'un l'altro più di quanto Bravi o Cattivi facciano, e in questo abbiamo senz'altro qualcosa da insegnare. A volte abbiamo sprazzi di creatività notevoli, che ci fanno credere di potere un giorno uscire dalla mediocrità: ci sentiamo per un attimo speciali, sentiamo di avere qualcosa in più, ci convinciamo che sia finalmente giunto il nostro momento... Ma presto ci accorgiamo che è anche questo un sentimento comune, che capita a tutti, ogni tanto, e torniamo ad essere i soliti mediocri, più o meno fedeli, più o meno soddisfatti.
C'è bisogno anche di noi, in fin dei conti, perché i buoni scrittori possano essere tali.
E beati loro...
2 commenti:
Ciao,
sono capitata qui per caso. Sai quando avresti tomi e tomi da studiare ma proprio ti manca la voglia? E allora vaghi senza meta nel web alla ricerca di sballi mentali? Ecco, è più o meno quello che sto facendo in questo momento.
Ma si sa, a volte le scoperte fatte per caso sono le migliori...
Bè come Ross anch'io sono capitata qui per caso, diciamo che ho seguito il tuo link da un post fatto sul blog di Ross.. Comunque direi che sono capitata bene, hai descritto i buoni e i cattivi scrittori in un modo interessante! Di solito quando vedo dei post lunghi come il tuo scappo su un altro blog, a malapena leggo il titolo, invece il tuo post è stato interessante. E se il fatto di non avere niente da raccontare ti porta a scrivere post tipo questo, non riesco a immaginare come siano belli i post quando hai qualcosa da raccontare! Vabbè ho fatto un po' la leccaculo comunque complimenti e a presto ^^
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