
Poi, aprendo per caso l’ultimo cassetto della scrivania per cercare un cd, ho scoperto di avere un cubo di Rubik bell’e pronto lì che mi aspettava...
Era di mio padre, risale a fine anni ’80, pensate un po’. Il cubo era uscito da pochi anni in commercio, e a mio padre piacevano queste cose curiose. Ricordo che da piccolo perdevo intere giornate a completare un lato, disfarlo e completarlo di nuovo. Poi, un giorno in cui ero a casa da solo (i miei mi lasciavano da solo senza timore: ero tranquillo e pacioccone come un piccolo Buddha. L’unica cosa di cui dovevano preoccuparsi era che svuotassi la dispensa dei dolci…) un giorno, dicevo, durante una delle mie ispezioni in cucina, cercando la felicità in una scatola di biscotti, scoprii un foglietto striminzito nascosto sul fondo di un cassetto. Un foglio a quadretti, piegato in quattro, con gli angoli stropicciati. Lo aprii, curioso ma non troppo (pensavo ancora ai biscotti) e senza neanche accorgermene mi ritrovai in mano le soluzioni al cubo di Rubik.
Tramandate da collega a collega nel megaufficio di mio padre, scritte a mano da un misterioso, primordiale risolutore, forse l’ungherese Rubik in persona, erano giunte fino a me come un dono divino. Schemi, disegni, sigle, quel foglietto aveva per me lo stesso fascino che può avere ora un codice di Leonardo. Tentai di capirci qualcosa, ma era scritto in una sorta di linguaggio cifrato. Pensai che fosse per evitare che cadesse in mani nemiche, o qualcosa del genere. La sera chiesi chiarimenti a mio padre: mi disse con aria misteriosa che quelle erano “le Soluzioni”. Disse che quel foglietto gli era stato dato in segreto da un collega, che l’aveva ricevuto tramite piccione viaggiatore da un cugino straniero, che l’aveva copiato di nascosto dall'esemplare che un rivoluzionario francese aveva rubato di soppiatto a qualcun altro. Giravano copie segrete del Foglietto, e chiunque ne fosse in possesso aveva l’obbligo morale di farne almeno una copia e tramandarlo a una persona di fiducia. Io rimasi a bocca aperta, mi sentii parte di un complotto internazionale. Probabilmente aveva a che fare con la Russia: se ne parlava così tanto in quel periodo, e in televisione si vedeva sempre quel signore con quella macchia ridicola in testa...
Fatto sta che il giorno dopo il Foglietto era scomparso. Lo cercai dappertutto, svolsi una dettagliata ricerca nei cassetti della cucina, negli scaffali in sala, mi arrampicai sulle più alte seggiole, mi infilai nelle più impervie intercapedini di casa, rischiai la vita più di una volta in quella che era ormai diventata la mia personale caccia al tesoro. Niente da fare, il Foglietto era sparito. Pensai subito ai russi, pensai subito a quell’uomo con la macchia sulla testa. Si, uno con una macchia sulla testa e quello sguardo arcigno non può che stare dalla parte dei cattivi. Rispolverai la quasi dimenticata pistola Condor ad aria compressa e iniziai un programma di addestramento duro, faticoso, necessario, che interruppi solo per una altrettanto necessaria pausa per la merenda. La sera chiesi a mio padre se sapesse che fine aveva fatto il Foglietto, e rimasi attonito quando mi accusò di averlo perso. Disse che la dovevo smettere di curiosare nei suoi cassetti. Fui accusato di un crimine che non avevo commesso, venni ingiustamente torturato, lasciato senza cibo, rinchiuso in una camera di isolamento. A nulla valsero le parole, le prove della mia innocenza, no, non valsero a nulla, a nulla...
Quasi vent’anni dopo, quasi due mesi fa, ritrovo nel cassetto lo stesso cubo, sempre uguale, ma il Foglietto in tutto questo tempo ne ha fatta di strada, è stato tramandato, copiato, tradotto, e via internet è diventato alla portata di tutti. Quel rompicapo che a prima vista sembra irrisolvibile, quell’oggetto colorato avvolto nel mistero, ecco che nel giro di una settimana è diventato un passatempo di pochi minuti, che faccio e sfaccio almeno tre volte al giorno. Ed ecco che quel codice segreto che tanto mi aveva affascinato mi è ora così famigliare che potrei riscriverlo a memoria. Ma sarebbe inutile scrivere un altro Foglietto: è tutto qui, in internet, a disposizione di chiunque. Niente più foglietti misteriosi e affascinanti su cui creare delle storie, niente più rompicapi irrisolvibili, c’è una ricetta pronta per tutto.
Avevo intenzione di chiudere questo post con i link alle soluzioni del Cubo, ma sarebbe troppo facile. Cercatevelo da soli il vostro Foglietto.
A presto
Robi
Era di mio padre, risale a fine anni ’80, pensate un po’. Il cubo era uscito da pochi anni in commercio, e a mio padre piacevano queste cose curiose. Ricordo che da piccolo perdevo intere giornate a completare un lato, disfarlo e completarlo di nuovo. Poi, un giorno in cui ero a casa da solo (i miei mi lasciavano da solo senza timore: ero tranquillo e pacioccone come un piccolo Buddha. L’unica cosa di cui dovevano preoccuparsi era che svuotassi la dispensa dei dolci…) un giorno, dicevo, durante una delle mie ispezioni in cucina, cercando la felicità in una scatola di biscotti, scoprii un foglietto striminzito nascosto sul fondo di un cassetto. Un foglio a quadretti, piegato in quattro, con gli angoli stropicciati. Lo aprii, curioso ma non troppo (pensavo ancora ai biscotti) e senza neanche accorgermene mi ritrovai in mano le soluzioni al cubo di Rubik.
Tramandate da collega a collega nel megaufficio di mio padre, scritte a mano da un misterioso, primordiale risolutore, forse l’ungherese Rubik in persona, erano giunte fino a me come un dono divino. Schemi, disegni, sigle, quel foglietto aveva per me lo stesso fascino che può avere ora un codice di Leonardo. Tentai di capirci qualcosa, ma era scritto in una sorta di linguaggio cifrato. Pensai che fosse per evitare che cadesse in mani nemiche, o qualcosa del genere. La sera chiesi chiarimenti a mio padre: mi disse con aria misteriosa che quelle erano “le Soluzioni”. Disse che quel foglietto gli era stato dato in segreto da un collega, che l’aveva ricevuto tramite piccione viaggiatore da un cugino straniero, che l’aveva copiato di nascosto dall'esemplare che un rivoluzionario francese aveva rubato di soppiatto a qualcun altro. Giravano copie segrete del Foglietto, e chiunque ne fosse in possesso aveva l’obbligo morale di farne almeno una copia e tramandarlo a una persona di fiducia. Io rimasi a bocca aperta, mi sentii parte di un complotto internazionale. Probabilmente aveva a che fare con la Russia: se ne parlava così tanto in quel periodo, e in televisione si vedeva sempre quel signore con quella macchia ridicola in testa...

Quasi vent’anni dopo, quasi due mesi fa, ritrovo nel cassetto lo stesso cubo, sempre uguale, ma il Foglietto in tutto questo tempo ne ha fatta di strada, è stato tramandato, copiato, tradotto, e via internet è diventato alla portata di tutti. Quel rompicapo che a prima vista sembra irrisolvibile, quell’oggetto colorato avvolto nel mistero, ecco che nel giro di una settimana è diventato un passatempo di pochi minuti, che faccio e sfaccio almeno tre volte al giorno. Ed ecco che quel codice segreto che tanto mi aveva affascinato mi è ora così famigliare che potrei riscriverlo a memoria. Ma sarebbe inutile scrivere un altro Foglietto: è tutto qui, in internet, a disposizione di chiunque. Niente più foglietti misteriosi e affascinanti su cui creare delle storie, niente più rompicapi irrisolvibili, c’è una ricetta pronta per tutto.
Avevo intenzione di chiudere questo post con i link alle soluzioni del Cubo, ma sarebbe troppo facile. Cercatevelo da soli il vostro Foglietto.
A presto
Robi
6 commenti:
Maledetto cubo....
un piccolo aiutino per le istruzioni?????pleasssssssssssssssse!
I test d'intelligenza cui venne sottoposto diedero risultati sorprendenti: messo davanti a un cubo di Rubik, impiegò solo dieci secondi a inghiottirlo. (Gino&Michele)
:p
Non sapevo ci fossero delle soluzioni immediate per il cubo di Rubik.. Da piccola ci giocavo quando andavo dalla nonna, ma non essendo capace di risolverlo staccavo gli adesivi colorati del cubo e li mettevo a posto sui vari lati, questo era il mio modo di finirlo! Cmq non è proprio un gioco che fa x me, non ho pazienza!
Ho letto che vuoi aprire un blog di foto.. Non vedo l'ora anche se così aumenta la concorrenza! Hihihi ^^
Bè a presto, oggi torno in montagna..
L'unico modo che avevo per risolvere lo stramaledetto cubo era quello di staccare gli adesivi e reincollarli con calma e pazienza. Non sapevo che esistessero schemi rubati da 007 in persona all'ambasciata di Svezia. Ho imparato una cosa in più. Grazie Roby!
Dimenticavo, ti linko, ho deciso ;)
Cucù! C'è nessuno?
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